sabato 23 maggio 2015

SONO "GIUSTIZIALISTA"
PERCHE' DIFENDO LA PATRIA!


Pretendere che i semplici indagati o imputati per reati di mafia non vengano candidati alle elezioni e siano sospesi dalle cariche pubbliche che rivestono (per decadere dopo l'eventuale condanna definitiva) non significa essere "giustizialisti".
Significa esigere che lo Stato si organizzi per difendersi dalle mafie e dalle loro influenze al fine di salvaguardare l'ordine e la sicurezza pubblica e di tutelare la libera determinazione degli organi elettivi, il buon andamento e la trasparenza delle pubbliche amministrazioni.
Garantendo, in tal modo, interessi primari ed esigenze fondamentali dell'intera collettività.
E' ciò che si può dedurre leggendo una sentenza della Corte Costituzionale pronunciata nell'ottobre del 1992 (la n. 407/92).
Pertanto, non preoccuparsi - o preoccuparsi troppo poco - d'impedire che soggetti anche solo gravemente indiziati di crimini mafiosi possano assumere cariche elettive, rappresenta un notevole contributo allo sviluppo delle infiltrazioni mafiose all'interno delle Istituzioni locali, nazionali ed europee.

A questo punto, secondo voi, fenomeni come clientelismo e rapporti mafia-politica derivano da un comportamento assunto dai politic(ant)i di natura colposa (frutto di ignoranza e menefreghismo) o dolosa (frutto di complicità e correità)?
Parafrasando Indro Montanelli: cosa ne penso io, non lo dico. Ma probabilmente è ciò che pensate voi.

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