giovedì 3 maggio 2012

ESTORSIONI MAFIOSE 

Con la sentenza 27 aprile 2012 n. 16045, la II sezione penale della Cassazione - presieduta dal giudice Piercamillo Davigo - si è occupata di una presunta estorsione mafiosa. Il protagonista è indagato dalla Procura di Palermo per associazione mafiosa (quale membro di Cosa Nostra si sarebbe occupato soprattutto di estorsioni e supporto logistico per la latitanza dei boss) ed estorsione continuata. In base a questa seconda contestazione, l'uomo avrebbe costretto il titolare di un ristorante a usargli trattamenti di favore in occasione di banchetti e cerimonie e ad assumere la propria moglie come "hostess", nonostante non possedesse minimamente i requisiti necessari. Secondo il collegio giudicante presieduto dall'ex pm di Mani Pulite, l'indagato poteva contare solo sulla propria caratura criminale per ottenere i favori più volte chiesti e ottenuti, ai quali la vittima aveva acconsentito suo malgrado e per quieto vivere, avendo ben presente gli inquietanti legami personali del richiedente in ambienti mafiosi. 
Il conclusivo principio di diritto ribadito ancora una volta dalla Suprema Corte è stato che può esserci estorsione anche nei casi in cui le minacce assumano toni apparentemente concilianti e non violenti, purchè in grado di incutere timore nella vittima in relazione alle circostanze del caso concreto e alla personalità di chi agisca.

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