giovedì 5 gennaio 2012

ANCHE MONTI CADE SULLA GIUSTIZIA  

In merito al cd. "decreto svuota carceri" del Guardasigilli Paola Severino, è interessante leggere un provvedimento del Gip di Paola (Cosenza) Giuseppe Battarino datato 3 gennaio 2012. Riguarda il caso di un individuo arrestato in flagranza di reato (furto pluriaggravato) e posto agli arresti domiciliari dal Pm in attesa della pronuncia del Gip sulla convalida dell'arresto.
Il testo che qui interessa è il decreto con cui il dott. Battarino ha fissato l'udienza di convalida (presso il Palazzo di Giustizia di Paola): si tratta di una delle prime pronunce giurisdizionali sul decreto-legge 211/11 (lo "svuota carceri", appunto).
Il Gip si sofferma sulle modifiche apportate dal ministro Severino all'art. 123 delle norme di attuazione del Codice di Procedura Penale (D. Lgs. 271/89), riguardante il luogo ove celebrare l'udienza di convalida.
La norma prevedeva che essa si svolgesse presso il sito di custodia dell'arrestato, a meno che vi fossero motivi di necessità o urgenza "specifici": in tal caso, il Gip (con una semplice disposizione organizzativa) poteva disporre la comparizione dell'arrestato davanti a sé in Tribunale.
Ora, invece, il decreto del governo Monti fa riferimento a "eccezionali" motivi di necessità o urgenza e obbliga il Gip a emanare un "decreto motivato" (cioè un provvedimento di natura giurisdizionale).
Nel caso di specie posto alla sua attenzione, sentendo l'esigenza di fornire un'interpretazione concretamente praticabile della nuova norma e coerente con il sistema processuale, il giudice Battarino riconosce la sussistenza di "eccezionali" motivi di necessità (come richiesto dalla norma Severino), decretando dunque che l'arrestato compaia davanti a sè nel Palazzo di Giustizia di Paola.
Il primo aspetto interessante da sottolineare è che il principale motivo "eccezionale" riscontrato è la condizione strutturale del Tribunale di Paola: poichè il domicilio dell’arrestato si trova in montagna a 70 km dal Tribunale, l'unico Gip in servizio di turno per le urgenze e l'unico cancelliere destinato alle medesime funzioni dovrebbero assentarsi dalla sede giudiziaria per almeno 4/5 ore per espletare un solo atto. Pena: interruzione del servizio giudiziario in sede. Battarino ricorda che in tale drammatica situazione, dovuta alla scarsità di risorse e all'ampiezza del Circondario (130 km), è analoga a quella di almeno l’80% dei Tribunali italiani.
Dopo aver ricordato il misero stato in cui versa la giustizia italiana (che la casta politica si guarda bene dal risolvere), Battarino torna a occuparsi del decreto cd. "svuota carceri", accennando a "sospetti di contrasto con norme di livello superiore". E qui arriviamo al secondo aspetto degno di nota. Esplicitando la propria valutazione giuridica, il Gip di Paola ritiene che la norma "può essere sospettata di violare l’art. 23 della Costituzione". Infatti, chiedendo al detenuto di mettere a disposizione la propria abitazione affinchè il giudice e chi lo assiste vi organizzino una camera di consiglio (salvo "eccezionali motivi"), si impone all'arrestato una prestazione personale che, per essere legittima, deve essere espressamente prevista dalla legge (cosa che non fa il decreto-legge del governo Monti). Non solo. Battarino ritiene si possano porre questioni di legittimità per quanto riguarda l’intero impianto normativo del decreto legge, in relazione:

- all'art. 81, c. 4 della Costituzione (ovvero alla mancata copertura economica della norma, derivante dal fatto che per le attività di polizia giudiziaria non tiene contro del coinvolgimento di altri Ministeri - come la Difesa e l'Economia -  e del maggior costo delle continue trasferte di magistrati, cancellieri e autisti rispetto alle scorte coordinate di Polizia penitenziaria);

- all’art. 5, c. 1, lett. c) e c. 3 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali (secondo cui ogni persona arrestata deve essere condotta il prima possibile dinanzi a un giudice, cioè deve essere materialmente sottratta alle forze dell'ordine che l’hanno privata della libertà).

Come la mettiamo se anche il governo "tecnico" dei "professori" vara norme che, appena approvate, sono già riconosciute passibili di incostituzionalità e illegittimità comunitaria?

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